Il lato più selvaggio del Monte Bianco: gita a La Thuile

In giro in moto  verso la Val d’Aosta, ci porta verso la Francia, arrivati a Morgex, si prende a sinistra per Prè Saint Didier, una località nota per le acque e i suoi bagni termali. e dopo un’entusiasmante salita fatta di bellissime curve e panorami sulle vette innevate, eccoci in paese a La Thuile

Una sosta all’Ufficio del Turismo, situato proprio all’inizio del paese, è d’obbligo per raccogliere tutte le informazioni necessarie alla nostra permanenza: scegliamo di alloggiare allo Chalet Eden, un hotel recentemente sistemato con la massima cura ai dettagli sia nelle camere che nelle zone relax dove sono raccolti diversi oggetti degli antichi mestieri valligiani e con una preziosa,  quanto per noi apprezzata area wellness e un bio-ristorante.

Lasciamo la moto nel parcheggio dell’hotel, un giretto in centro paese ci permette di ammirare la bella chiesa parrocchiale, le case tipiche e anche un tratto di “strada delle Gallie”, cioè il sentiero che collegava il villaggio con la Francia. Oggi la strada esiste è per noi uno spettacolare percorso, potremmo dire quasi una pista, che ci porta da La Thuile al Colle del Piccolo San Bernardo e poi verso La  Rosière, dunque in Francia.

Giunti al Passo si incontra com’è logico l’ospizio che un tempo accoglieva i pellegrini ma oggi c’è anche il più alto giardino botanico delle Alpi, il giardino Chanousia e uno spettacolare Cromlech, cioè un cerchio di pietre di origine preistorica che la racconta lunga su questo passaggio di collegamento nelle Alpi. 

Ritornati in paese, proseguiamo la scoperta della valle con una breve passeggiata verso le cascate del Rutor: solo a luglio e ad agosto occorre lasciare i mezzi a motore in paese e utilizzare la navetta gratuita, negli altri periodi si può raggiungere la località di La Joux e da qui partire, verso un facilissimo e ben segnalato sentiero per arrivare a vedere le diverse cascate che la Dora del Rutor forma dalla fusione del ghiacciaio omonimo. La prima delle tre regala uno straordinario arcobaleno che si può osservare solo in tarda mattinata, diciamo verso le 11, per poi sparire nel resto della giornata: un motivo in più per alzarsi di buon mattino e camminare verso il Rutor.

Per aggiungere qualche altra “curva” al  viaggio, da La Thuile si può salire verso il Colle San Carlo: l’altra via di accesso alla Valle, da dove poi si può scendere di nuovo a Morgex. Tra Sei-Settecento, la valle di La Thuile faceva un po’ da “cuscinetto” tra Francia e Regno di Savoia e si costruì questa strada, che allora era solo un sentiero, e una serie di fortificazioni che sono ancor oggi visibili. 

Noi però, dopo le prime bellissime curve che permettono di apprezzare la vista panoramica sulla valle, parcheggiamo la nostra moto e, osservate le fortificazioni, raggiungiamo a piedi il piccolo alpeggio di Petosan. Come per la visita alle cascate del Rutor,  la camminata è breve, facilissima, praticamente in piano e ci permette di raggiungere quello che rimane uno dei più bei prati a foraggio della valle. Noi siamo letteralmente rapiti dalla pace e dal silenzio di questo microscopico borgo, dove possiamo solo immaginare la vita attiva ma anche faticosa di quelle famiglie che vivendo in valle dovevano progressivamente spostare il loro bestiame a quote sempre maggiori permettere un’adeguata fienagione.

Qualche altra bella curva in moto e una breve passeggiata tra le conifere seguendo le indicazioni per il Belvedere di Arpy ed eccoci di fronte al Monte Bianco. Non si può che rimanere in silenzio ad ammirare, il luogo ci lascia senza parole: la natura e le opere dell’uomo, perché da questa postazione si domina tutto il massiccio con le sue vette innevate e i suoi ghiacciai e più in basso l’autostrada con l’imbocco del traforo del Monte Bianco. Uno spettacolo!

Racconto dettagliato su “Turismoitinerante

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