Un viaggio a Nord (della Francia)!

Abbiamo rivisto il film “Giù al Nord” che in Italia ha ispirato i nostri “Benvenuti al Sud” e poi “Benvenuti al Nord” con Claudio Bisio e Alessandro Siani, ci siamo più volte detti che sarebbe stato interessante visitare i luoghi dove il film “originale” è stato girato nei primi anni Duemila e dopo una breve ricerca abbiano scoperto che “Nord” per i francesi è una “regione” nazionale, al confine con il Belgio e non solo un punto cardinale.  E “Pas-de-Calais” con i trattini è una regione e se  senza viene tradotto come “Passo di Calais”, cioè  stretto della Manica, per i francesi è un  dipartimento. 

Incominciamo a capire che il titolo, come è stato tradotto in italiano,  “Giù al Nord” identifica una regione: il luogo dove il film è stato girato è un paesino a pochi chilometri dal confine belga Bergues. E’  una zona dove la cultura fiamminga ha contaminato i modi, gli usi e la lingua e quindi  la vita degli abitanti, come accade spesso nelle zone di confine.

Procediamo con ordine: il viaggio verso il nord della Francia è piuttosto agevole, si possono scegliere le autostrade francesi o le nazionali, sempre molto ben tenute e veloci, seguendo il corso del fiume Reno, così come le possibilità di sosta, veramente infinite. 

La grand’place di Arras

In breve abbiamo raggiunto la regione del Nord: una prima sosta di assaggio della zona fiamminga è stata per noi la città  di  Arras, famosa un tempo per i suoi tessuti di fiandra, oggi per  i suoi festival.  Punto nevralgico e molto interessante è costituito dalla Grand’Place, tutta circondata da antiche case mercantili alcune molto ben conservate; la piazza   confina con un’altra più piccola ma ancor più animata perchè pedonale:  è la piazza  degli Eroi che ci ha portato a visitare il Municipio. Il centro storico qui al Nord è particolare, diverso da quello di altre regioni francesi: la piazza principale è spesso dominata da un alto campanile con carillon e Arras non può certo sottrarsi all’usanza.  Nel Municipio ecco una particolarità tutta fiamminga: quella dei “Giganti”, figure enormi che rappresentano i contadini o mercanti della città, figure che  restano esposte tutto l’anno e vengono portate in corteo per le vie della città in occasioni speciali.  I “Giganti” di Arras sono una “famiglia”e hanno un nome: sono Cole, Jacqueline e il loro figlio Dede e si trovano  proprio all’ingresso del maestoso Municipio e sono solo i primi Giganti che incontriamo nel nostro viaggio.

Superiamo il capoluogo regionale, Lille, una città animata e piacevole, centro minerario e crocevia per i traffici europei è nota agli amanti delle gare ciclistiche famosa per la Parigi-Roubaix, che è diventato un quartiere di  Lille.
La nostra meta era comunque Bergues e, più in generale la regione costiera, perciò abbiamo (volutamente) tralasciato la regione mineraria con  i musei così come  i cimiteri e le chiese dedicati alla memoria della Grande Guerra, che qui si è combattuta cent’anni fa e ha coinvolto migliaia di giovani europei e non.

Arrivati a Bergues, siamo rimasti stupiti dalla cordialità e dalla simpatia del paese.  Da quando qui è stato girato il film “Giù al Nord”, è diventata anche una meta turistica così  i negozi e le  abitazioni che sono state adibite a set cinematografico hanno esposto pannelli che ricordano le scene del film e ovunque la fama del film ha dato lustro alla città. Bergues è stata devastata a più riprese nel corso della storia e praticamente rasa al suolo dai bombardamenti delle due guerre mondiali, però conserva ancora una buona parte della cinta muraria medievale e il percorso dei bastioni  rappresenta un buon percorso per visitarla. Oltre al giro dei bastioni, è gradevole la passeggiata che  segue il fiume, che è anche “lo struscio” degli abitanti.  Nella piazza principale, troviamo anche  il monumento più famoso che è ill campanile della città, più volte distrutto e ricostruito, che conserva un carillon di 50 campane che viene suonato alla domenica, durante le feste e nei giorni di mercato e che ha ottenuto un posto di rilievo in alcune scene del film.

Seguiamo il fiume e, come è abbastanza normale, arriviamo al mare: quella che per noi è Dunquerque, qui si chiama Dunkirk, alla fiamminga. Il vento impetuoso della Manica non ci impedisce un giro in città, partendo dal porto, con un interessante museo d’arte moderna, fino alla diga costiera chiamata “degli Alleati” dove, nel 1940 migliaia di soldati vennero imbarcati ed inviati in Inghilterra con un’operazione chiamata “Dynamo” a cui la città dedicato anche un museo. Alle spalle della diga, si intravedono bellissime ville in stile art nouveau perchè siamo a Malo-les-Bains e qui già nel 1870 si iniziò a costruire un quartiere residenziale di villeggiatura in riva al mare. Continuiamo la nostra scoperta anche in spiaggia perchè qui la battigia è veramente estesa e la sabbia finissima è motivo di gioco e svago non solo per i bambini…

Dunquerque è anche un porto di partenza per l’inghilterra ma questo non è il tragitto più breve e non si intravedono le bianche scogliere: basta proseguire lungo la costa ed ecco che in breve arriviamo a Calais.  Questa città che ha fatto del suo porto un centro di smistamento verso la Gran Bretagna: è tutto un via vai di turisti in auto e camion carichi di merci diretti oltre la Manica e in arrivo dalla Gran Bretagna.

Lasciamo il traffico di Calais e ci spostiamo verso il capo Blanc-nez: abbiamo così la possibilità di  osservare l’andirivieni dei traghetti perchè siamo appena ad una trentina di chilometri dall’Inghilterra e contemporaneamente le falesie bianchissime al qua e al di là della Manica. 

Com’è normale qui si incontrano molti inglesi in vacanza nel continente, tanto che spesso i cartelli segnaletici e le indicazioni sono sia in francese che in inglese e, dobbiamo dirla tutta, anche l’architettura delle case ha un che di inglese…

Il vento non dà tregua così, superiamo velocemente Boulogne-sur-Mer  per raggiungere un’altra città balneare, molto rinomata dai francesi e in particolare dai parigini: si tratta di Le Touquet-Paris-plage. 

Come si intuisce dal nome questa località balneare che potremmo paragonare alla nostra “Milano marittima” è stata ideata e costruita agli inizi del ‘900 proprio per permettere ai parigini di trascorrere la villeggiatura al mare. Oltre alle costruzioni molto bene e ricche, quello che per noi è però veramente particolare è la spiaggia! 

Qui gli sport acquatici sono del tutto speciali e dedicate al vento: oltre al surf e katesurf,  i chilometri dell’ampia spiaggia sono percorsi  dai carri a vela. Si tratta di piccoli carri a tre ruote con una vela: solo la forza del vento li muove e si raggiungono incredibili velocità. Qui a Le Touquet come a Berck-sur-mer, dove tra l’altro questo sport è nato,  tanti sono gli appassionati che si ritrovano per allenarsi e per  gareggiare, diciamo che si tratta di zone dove il vento la fa da padrone! 

A Berck-sur-mer, che si trova a pochi chilometri da Le Touquet, cosa scopriamo? Nella baia d’Authie c’è persino una colonia di foche: tante, ma così tante e soprattutto vicine allo sguardo dei turisti che si affollano a riva per osservare il loro languido riposo al sole durante la bassa marea. Come potevamo perderci un simile spettacolo della natura?

Berck-sur-mer  è nato come sede di un importante centro di riabilitazione: i malati di tubercolosi ossea miglioravano prodigiosamente dopo i soggiorni in riva al mare, così già nella prima metà dell’Ottocento venne costruito un primo ospedale, a cui se ne aggiunsero altri e una ferrovia che collegava direttamente con Parigi. Oggi gli ospedali funzionano in modo ridotto ma molti disabili vengono ancora qui per un periodo di elio-balneo-terapia. Stanchi del vento e desiderosi di un po’ di calma, proviamo ad addentrarci nell’interno della regione: precisamente a Montreuil-sur-Mer che, nonostante il nome non si trova in riva al mare ma, essendo su una collina, dai suoi bastioni è visibile il mare. In cima alla collina la cittadella  fortificata e le case più antiche. più in basso, nella pianura,  il paese nuovo più moderno ma sempre molto caratteristico. Qui Victor Hugo ambienta “Les Miserables”, perchè nel romanzo  il protagonista Jean Valijean, un ex-galeotto, diventa sindaco proprio di Montreuil e così in ogni angolo si trova una menzione o un ricordo del romanziere francese.

Prima di lasciare il Nord due tappe sono imperdibili: da un lato la “Cupole” cioè il bunker segreto dove i tedeschi costruivano i loro missili V2. Si trova vicino a Saint-Omer, a pochi chilometri da Montreuil: qui al ritmo di 50 missili ogni 24 ore venivano assembleati e preparati i missili per l’assalto all’Inghilterra. Oggi   è un importante museo per la documentazione dei fatti relativi all’occupazione tedesca in Francia, oltre che un simbolo della follia nazista.

A poca distanza il Blockhaus di Eperleques: un deposito di ossigeno liquido alto 30 metri, per una lunghezza di 100 e una larghezza di 200 metri circa. Una struttura imponente da cui i missili V2 dovevano essere lanciati, dopo essere stati caricati con l’ossigeno liquido appunto. Fortunatamente i due luoghi vennero individuati dagli Alleati e più volte bombardati, tanto che ancora oggi si vedono le tracce dei bombardamenti sulle pareti degli edifici, così i missili V2 non furono mai lanciati verso la Gran Bretagna.

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