A volte basta uscire dalle rotte più frequentate per incontrare piccoli gioielli che meritano di essere scoperti e vissuti; a pochi chilometri dall’uscita autostradale di Alessandria, nel cuore del Monferrato astigiano, tra dolci colline coperte di vigneti e paesaggi che sembrano usciti da un dipinto, arriviamo a Maranzana, un piccolo borgo dalla grande anima, dove il comune ha realizzato un’area destinata alla sosta dei camper, totalmente gratuita, con scarico e carico ma soprattutto in un luogo estremamente panoramico, come d’altronde è tutto il paese.


Numerosi cartelli segnaletici ci ricordano che siamo nella zona protetta dall’UNESCO: un paesaggio fatto di vigneti, noccioleti e boschi che giustamente merita di essere salvaguardato non solo per le prelibatezze mangerecce che offre ma anche per lo splendore dei panorami che difficilmente trovano eguali.
Questo piccolo borgo è compreso nella zona vitivinicola Patrimonio dell’Umanità UNESCO, un territorio famoso per la produzione di vini pregiati come il Moscato d’Asti, il Brachetto, la Barbera e la Freisa: qui la vite ha radici profonde, non solo nella terra, ma anche nella cultura e nella vita quotidiana degli abitanti: fin dalle prime luci della giornata si incontrano i viticoltori che andando a loro lavoro nei campi volentieri salutano anche il forestiero e altrettanto volentieri, di sera, si soffermano per una chiacchierata davanti ad un buon bicchier di vino alla cantina di Maranzana o all’unico locale pubblico presente in paese e gestito con amore e orgoglio da Paola e dal figlio.


Appena arrivati in paese si incontrano le sagome di una coppia di carabinieri in divisa oppure di bambini che sembrano voler attraversare la strada: per non sbagliare, rallentiamo ma presto capiamo che questi personaggi sono i “babaci”. Così si chiamano i pupazzi in dialetto locale e sono appunto delle bambole di dimensioni reali, realizzate artigianalmente che popolano il paese. Se gli abitanti effettivi di Maranzana non sono più di 150, i babaci arrivano a raggiungere le 170 unità e sono installati ovunque nel centro abitato: sono simpatiche figure in stoffa che trasformano Maranzana in un vero e proprio museo a cielo aperto. Passeggiando tra le strette vie del borgo altri personaggi sono affacciati alle finestre, seduti sulle panchine, attendono pazientemente il loro turno davanti all’ambulatorio medico o sono intenti nei lavori quotidiani.


La creatrice di questi piccoli capolavori artigianali lavora instancabilmente ogni giorno per arricchire la collezione che viene esposta all’inizio della bella stagione, generalmente in aprile, per essere ritirata con amorevole cura in ottobre – novembre quando l’inclemenza del tempo rovinerebbe abiti e accessori: basti pensare che ogni anno molte delle bambole richiedono comunque interventi di restauro perché il sole e il calore cuociono letteralmente scarpe, borsette e anche i visi dei babaci.
Maranzana è anche la patria di un celebre esploratore: Giacomo Bove. Nato qui nel 1852, fu un navigatore e scienziato che partecipò a importanti spedizioni nell’estremo oriente, nei mari polari, contribuendo all’apertura del famoso “passaggio a Nord-Est”, in Sud America e in Africa. La sua Casa Museo, aperta al pubblico, raccoglie documenti, fotografie e oggetti originali che raccontano le sue imprese straordinarie, permettendo ai visitatori di scoprire una pagina affascinante della storia delle esplorazioni italiane. E naturalmente nella Torre civica, che risale al XII secolo si trova il babaciu dedicato a Giacomo Bove, intento a tracciare la rotta di uno dei suoi numerosi viaggi.

Così dopo la passeggiata nel paese, la scoperta della vita di un esploratore poco conosciuto, non possiamo tralasciare la visita alla cantina “La Maranzana” che avevamo notato appena arrivati. E’ una cantina moderna ma con radici antiche; è infatti nata negli anni ‘50 quando pochi ma intraprendenti viticoltori locali si sono riuniti in cooperativa per produrre vini di qualità: oggi questo gruppo si è allargato e comprende circa 170 soci e copre una superficie di circa 600 ettari di vigneto. I vini prodotti sono veramenti eccellenti e la cantina si è aperta ad un nuovo progetto di “cantine sostenibili” che, non solo prevedono la realizzazione di vini da uve coltivate in modo biologico ma anche tutto il ciclo produttivo sia quanto più possibile sostenibile e attento all’ambiente. Inutile dire che Moscato d’Asti e Brachetto hanno la parte migliore nei vini dolci, ma anche il Dolcetto o il Barbera nelle sue diverse accezioni qui sono per veri intenditori.


Il consiglio di Paola, colei che gestisce l’unico negozio del borgo, ci incamminiamo lungo i vigneti: diversi sono i sentieri ben tracciati che ci guidano, dal “percorso panoramico del Brachetto” al “sentiero del Papa”, fino al “Bosco delle Sorti” ma noi vogliamo raggiungere la Panchina gigante, una delle famose Big Benche del progetto artistico diffuso nelle Langhe e nel Monferrato. Sedersi su questa enorme panchina colorata, affacciata sulle colline coltivate a vite, è un’esperienza che offre una prospettiva diversa sul territorio, anche perchè nelle belle giornate il Monviso e il Monte Rosa, incorniciano un quadro che già sembra un miracolo della natura.


Insomma questa nostra uscita a Maranzana è stato invito a rallentare, osservare e respirare il fascino di queste terre, proprio perchè qui il tempo sembra scorrere più lentamente, tra racconti di esploratori, vigneti infiniti e sorrisi cuciti a mano.
Un piccolo grande angolo di Piemonte che merita di essere scoperto.


Per la sosta
Area di sosta camper “Maranzana”
Via S. Giovanni – Maranzana
GPS N44,7575869, E 8,47427932
Due posti camper al riparo di una tettoia, altri posti su ghiaia, carico, scarico gratuito, possibilità di allaccio alla rete elettrica a pagamento (con monete da 1 e 2 euro), colonnina per il ricarico delle auto elettriche. Vicino all’unico negozio e ristorante del paese