A pochi chilometri dalla cittadina di Biella si trova un piccolo paese che conserva intatto un pezzo di medioevo: siamo a Candelo, uno dei più bei borghi d’Italia e insignito anche dell’appellativo “borgo fiorito”.
In questo piccolo paese che sorge sule colline biellesi si trova un particolarissimo castello: una fortificazione costruita non da un principe o da un signorotto locale ma dall’intera popolazione con lo scopo di difendere i beni più preziosi per la comunità.
Nell’area piemontese esistono diversi “ricetti” ma quello di Candelo costituisce un unicum probabilmente a livello europeo grazie al perfetto stato di conservazione: è l’esempio di una comunità viva che nel tempo ha saputo rimanere unita nella difesa dei beni più preziosi che essa stessa produceva.
Il “Ricetto” di Candelo è un borgo chiuso e fortificato costruito appositamente per mettere al riparo di incursioni straniere il vino e le granaglie che l’intera cittadinanza con fatica produceva. Il borgo ha una forma poligonale con mura di cinta costruite con ciottoli di fiume disposti a “lisca di pesce” e, ai quattro angoli, delle torri circolari; un unico ingresso tramite la Torre-Porta, in laterizio che immette nella zona fortificata: qui troviamo un allineamento di magazzini; sono presenti anche di case medievali ma il ricetto non fu mai abitato in modo continuativo.
La principale funzione del Ricetto fu l’immagazzinamento e la protezione delle merci e nelle cantine, la produzione del vino: questi usi risalgono a non molti anni fa.
Attualmente il Ricetto di Candelo è sede di diverse associazioni cittadine oltre che location per eventi territoriali: è un modo per mantenere vive tradizioni e mestieri antichi e per ricordarci che la storia non è fatta solo di principi e nobili ma anche della vita quotidiana della gente comune.
Visitando Candelo ci si accorge che si tratta di una comunità molto religiosa: esiste un percorso di case affrescate con immagini sacre, segno di una grande devozione mariana e diverse chiese, tra tutte la chiesa di Santa Maria Maggiore che risale al XII secolo e che conserva antichi affreschi.
Infine a pochissima distanza dal paese, raggiungibile con una breve camminata si trova il Parco Naturale della Baraggia, definito anche la “Savana biellese”: un territorio incolto, ultimo lembo di un’area vergine tra pianura e Prealpi che l’uomo ha lasciato alla natura.
Per la sosta dei camper, sono presenti diverse aree di parcheggio dedicate:
- Area parcheggio appena fuori dal paese: GPS N 45° 32’ 52,4” E 8° 6’ 35,7”
- Area sosta camper con possibilità di carico e scarico, vista sul Ricetto: GPS N 45° 32’ 46” E 8° 6’ 58”